notebook-336634_960_720 Alternanza scuola lavoro

Alternanza scuola lavoro, cento docenti a vigilare e un bottone rosso per le denunce.

Agli Stati generali la ministra Fedeli annuncia la nuova piattaforma online. “Il progetto scolastico è stato una delle maggiori innovazioni degli ultimi anni”. La Cgil: “Attenzione, molti studenti a marzo votano”. Manifestazioni al Miur

di CORRADO ZUNINO

Per valutare e risolvere gli aspetti critici dell’Alternanza scuola lavoro – studenti mandati a spalare in stalla invece che istruiti al funzionamento di una fattoria didattica, ragazzi di un Alberghiero chiamati a piegare maglioni da Zara invece di apprendere come si allestisce una vetrina -, il ministero dell’Istruzione ha istruito cento docenti, oggi incardinati nei venti Uffici scolastici regionali, li ha affidati a una task force centrale di dieci persone guidata dal capo delle segreteria tecnica della ministra, Oscar Pasquale, e ha chiesto a tutti e centodieci di occuparsi delle esperienze formative che non tornano, delle segnalazioni di mala Alternanza che, da oggi, potranno arrivare direttamente dagli studenti. Il piano prevede anche l’intervento di mille tutor dell’Agenzia nazionale per le politiche del lavoro attivo, istituita con il Jobs Act: duecentocinquanta saranno operativi da gennaio. Ieri mattina il gruppo dei cento docenti ha raggiunto Roma per finalizzare le istruzioni fin qui ricevute

La novità della Legge 107, l’Alternanza appunto, è stata fortemente criticata in autunno ed è stata motivo di manifestazioni di piazza ancora ieri. “Le nostre università, con i tirocini sfruttamento, sono ormai palestre di lavoro gratuito o precario”, dice Andrea Torti della Link, organizzazione che attraverso l’Unione degli studenti ha organizzato un corteo che si concluderà – servizio d’ordine permettendo – sotto le finestre della ministra con alcuni ragazzi in tuta blu e incatenati.

Aprendo gli Stati generali dell’Alternanza scuola lavoro, questa mattina nella Sala delle comunicazioni del ministero, Valeria Fedeli ha illustrato la nuova piattaforma allestita all’interno del sito del Miur (www.alternanza.miur.gov.it). Le scuole, da oggi, potranno cercare qui luoghi di ospitalità per il mezzo milione di studenti del triennio superiore chiamati ad apprendere la logica del lavoro, a fare le prime esperienze di orientamento post-diploma (sono 400 le ore obbligatorie di Alternanza per gli iscritti agli istituti tecnici e professionali, 200 ore quelle per i licei). Sulla nuova piattaforma, evoluzione del vecchio registro tenuto in collaborazione con Unioncamere, le aziende, i musei, i negozi commerciali, le organizzazioni no profit, i giornali, le università, le fattorie potranno offrire il loro progetto formativo e indicare i luoghi dove si svolgerà. Racconta Oscar Pasquali: “La nuova piattaforma riprende la logica booking.com, ospiterà l’incontro tra domanda educativa e offerta di esperienze”.

Il sito ufficiale sull’Alternanza scuola lavoro, fino a ieri, era un elenco di aziende e strutture che indicavano il numero di studenti che potevano accogliere, gli orari in cui si poteva svolgere il progetto didattico. Da oggi sulla pagina le notifiche avvertiranno il singolo istituto che una sua richiesta è stata soddisfatta. La nuova Alternanza prevede un ciclo di lezioni sulla sicurezza preparato dall’Inail: sette blocchi, quattro ore in tutto, e lo studente a ogni fine sessione dovrà rispondere alle domande. Se per tre volte non supererà il test, dovrà ripartire da capo. Ancora, ci sarà un ampio spazio in cui le tre figure protagoniste (scuola, alunno e struttura ospitante) potranno vicendevolmente valutarsi. In futuro il portale offrirà un registro delle presenze per chi ha svolto fuori dall’istituto scolastico le ore obbligatorie.

Il punto centrale e più discusso delle nuove pagine è il “bottone rosso”, raggiungibile con un “clic”. Il singolo studente, “prendendosene la responsabilità”, potrà segnalare episodi o cicli interi di cattiva formazione. La mala Alternanza, sì. Prima di far arrivare la denuncia direttamente al ministero dell’Istruzione, ogni ragazzo dovrà far sapere se si è già rivolto al responsabile scolastico del progetto o al dirigente dell’istituto. Se non l’ha fatto – e dovrà certificarlo online – potrà comunque rivolgersi al Miur. Entro sette giorni l’ufficio distaccato del ministero dovrà dare una risposta. Se lo studente non sarà soddisfatto, potrà chiedere l’intervento del ministero centrale (che in cinque giorni risponderà).

“I numeri dei primi tre anni di attuazione sono incoraggianti”, dice la Fedeli, “la risposta da parte delle scuole è stata significativa e immediata. Le esperienze pionieristiche di Alternanza scuola lavoro risalgono al 2003 e oggi dobbiamo garantire percorsi sempre più qualitativi. Stiamo parlando di una didattica preziosa, una delle maggiori innovazioni introdotte nella scuola negli ultimi anni. Unisce il sapere al saper fare, consente di consolidare conoscenze acquisite sui banchi, di sviluppare competenze come il problem solving e il lavoro in gruppo. E’ un’attività, soprattutto, di orientamento e permette ai giovani di conoscersi meglio, di scoprire attitudini e preferenze”.

Il ministero dell’Istruzione ha redatto una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in Alternanza: “Garantirà l’accesso a una formazione personalizzata e coerente con il piano di studi, da svolgere in un ambiente di qualità, con obiettivi di apprendimento chiari, un tutor scolastico e uno nella struttura ospitante”, dice la Fedeli. La Carta è stata contestata dagli studenti di Uds e Udu, le sigle più rappresentative. Sul bottone rosso ancora la ministra: “Potremo seguire le segnalazioni, monitorarne i percorsi e garantire risposte rapide”. Cita infine ottanta esempi di “buone esperienze”, tutte rintracciabili sul nuovo sito.

Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil, è sempre critico: Il quadro resta fortemente negativo. Il Miur non tocca il numero delle ore obbligatorie, non modifica percorsi pesantemente ancorati alle presunte esigenze del mercato del lavoro, aggrava norme che favoriscono lo sfruttamento dei ragazzi in Alternanza in sostituzione di lavoratori retribuiti, non dà certezza sulla gratuità dei percorsi per studenti e famiglie. Il tema sarà uno degli argomenti più rilevanti su cui si giocherà la partita delle prossime elezioni politiche, dal momento che poco meno della metà degli studenti in Alternanza potrà esercitare il diritto di voto”.

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