Maturità, ecco come sarà l’esame.

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Maturità, ecco come sarà l’esame.

Maturità, ecco come sarà l’esame.

Invalsi ed ex alternanza scuola-lavoro obbligatori per essere ammessi.

 

E’ uscita la circolare del Miur: ritorna il tema di storia, via le buste agli orali

di ILARIA VENTURI

 

Dopo mille polemiche e lo slittamento di un anno, arrivano le prove Invalsi obbligatorie per essere ammessi alla Maturità edizione 2020. E’ una delle novità previste dalla circolare del Miur uscita oggi sull’Esame di Stato che riguarderà circa mezzo milione di maturandi. Le altre erano già state annunciate dallo stesso ministro Lorenzo Fioramonti: il ritorno nel tema di italiano della traccia specifica di storia – una battaglia che Repubblica aveva fatto propria – e l’eliminazione delle tre buste all’orale. Insomma, anche quest’anno c’è un nuovo ministro all’Istruzione che mette mano alla Maturità.

Fioramonti nel suo insediamento aveva esordito: “L’Esame non si tocca per 5 anni”. Non sarà una riforma, ma qualche modifica è arrivata un mese prima di Natale. “Sono dei ritocchi, serve dirlo per non spaventare gli studenti – commenta Antonello Giannelli, voce dell’associazione nazionale presidi  – Prove Invalsi obbligatorie? E’ previsto dalla legge, solo l’anno scorso c’era stata una deroga. Le prove non servono a valutare lo studente, ma la salute del sistema scolastico nazionale. Per quanto riguarda le buste invece io ero a favore, garantivano pari opportunità di trattamento. Il ministro le ha ritenute ansiogene e le ha tolte”.

I requisiti per l’ammissione: Invalsi ed ex alternanza scuola-lavoro

Dovrà essere verificato – recita la circolare – ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’anno scolastico 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche il requisito della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’Invalsi e quello dello svolgimento delle attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), secondo il monte ore previsto dall’indirizzo di studi. Anche rispetto a quest’ultima voce l’anno scorso era stata fatta una deroga: ora i percorsi diventano obbligatori per l’ammissione all’esame.

Rispetto all’Invalsi – le prove di italiano, matematica e inglese di quinta superiore si svolgeranno dal 2 al 31 marzo 2020 – non conterà il punteggio nell’ammissione all’Esame ma solo il fatto di aver sostenuto la prova. Un’obbligatorietà già prevista dalla legge sulla Buona Scuola nel decreto legislativo n. 62 sulla revisione degli esami di Stato del 2017. L’ex ministro leghista Marco Bussetti aveva rinviato l’applicazione di un anno (così come era stato fatto su scuola-lavoro). Lo stesso Fioramonti si è sempre detto molto critico rispetto ai test, in linea con una posizione condivisa con il M5S. Ora dice:  “Ho aperto una riflessione critica sulle prove Invalsi ma interpreto il ruolo di ministro con prudenza e responsabilità. Ci sono dei passaggi di legge da rispettare. Personalmente resto dell’opinione che queste prove vadano ripensate: possono essere utili per evidenziare le fragilità del nostro sistema di istruzione. Ad ogni modo i loro esiti non influiranno in alcun modo sull’ammissione alla maturità”.

La prova orale

Era uno dei nodi della riforma che aveva fatto più discutere la scorsa Maturità. Era stata eliminata la tesina ed erano state introdotte le tre buste stile quizzone televisivo all’orale: il candidato doveva sceglierne una e da lì partiva il confronto con i commissari. “Non ci saranno più le tre buste”, specifica la circolare. Rimane però l’avvio del colloquio mediante l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro, con l’immutata finalità di “verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera”, materiali che dunque devono consentire un approccio multidisciplinare.

In merito Fioramonti aveva detto: “Gli esaminandi devono essere messi nelle condizioni di dimostrare quanto valgono e le buste all’orale erano un inutile ostacolo, un elemento di disturbo. Con la Maturità 2020 l’avvio del colloquio non sarà un sorteggio da lotteria, ma la commissione sottoporrà una poesia, un elaborato, una raffigurazione e gli studenti potranno iniziare la loro esposizione e fare i collegamenti tra le materie. La commissione preparerà il materiale e la allargherà davanti allo studente, senza sorprese”.

Il tema di storia

Eliminata dalla commissione guidata dal linguista Serianni e sotto il ministero “verde” di Bussetti, torna la traccia specifica di storia alla prova scritta di italiano. Almeno una delle tracce della tipologia B (analisi e produzione di un testo argomentativo) riguarderà l’ambito storico. Una battaglia raccolta da “Repubblica” con l’appello di Liliana Segre, dello scrittore Andrea Camilleri e dello storico Andrea Giardina per ripristinare la disciplina alla Maturità. “La scelta – si legge nella circolare – è motivata dalla consapevolezza che la storia costituisce disciplina fondamentale nella formazione degli studenti di tutti i percorsi di studio e che vada, quindi, valorizzata anche nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione”.
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Invalsi e la polemica sul Questionario studenti

Invalsi e la polemica sul Questionario studenti

Invalsi e la polemica sul Questionario studenti: “Nessuna intenzione di orientare il futuro dei bimbi”

L’istituto replica alle critiche per le domande ai piccoli di quinta elementare “troppo incentrate su valori materiali” e giudicate non pertinenti. “Volevamo solo conoscere le loro aspirazioni e ridurre la dispersione scolastica”

di SALVO INTRAVAIA

Nessuna volontà di “proporre modelli aprioristici di futuro, ma semplicemente rilevare alcune aspirazioni delle allieve e degli allievi in merito al loro avvenire”. L’Invalsi torna sulla domanda numero 10, che ha scatenato la protesta di genitori e insegnanti per il tema trattato, contenuta nel Questionario studenti, quello che indaga le condizioni di contesto, della quinta elementare.

Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso 9 maggio, i 562mila alunni della quinta elementare alle prese con i test sulla valutazione delle competenze in Italiano e Matematica si sono ritrovati la seguente domanda: “Pensando al tuo futuro, quanto pensi che siano vere queste frasi?”. Con cinque possibili risposte (A. Raggiungerò il titolo di studio che voglio; B. Avrò sempre abbastanza soldi per vivere; C. Nella vita riuscirò a fare ciò che desidero; D. Riuscirò a comprare le cose che voglio; E. Troverò un buon lavoro) a cui i bambini potevano assegnare cinque livelli di gradimento: per niente, pochissimo, poco, abbastanza, molto, totalmente. E giù una valanga di polemiche sulla pertinenza o meno di una domanda del genere, rivolta a bambini così piccoli, che sembra orientare verso modelli che privilegiano “valori materiali”. Ma dall’istituto di via Ippolito Nievo spiegano che “le domande non orientano verso alcun modello di realizzazione di sé, mentre, come si sa, le aspirazioni e le aspettative degli studenti influenzano anche il loro rendimento scolastico”.

“Lo scopo di questo tipo di domande – continuano dall’Invalsi – non è proporre modelli aprioristici di futuro, ma semplicemente rilevare alcune aspirazioni delle allieve e degli allievi in merito al loro avvenire”. Il perché è presto detto: attraverso quesiti di questo tipo è possibile rilevare anzitempo i soggetti più fragili, a rischio dispersione scolastica, e mettere in campo tutte le strategie per evitare abbandoni e insuccesso scolastico. “Focalizzare periodicamente – argomentano dall’Istituto – questo tipo di ambito nei diversi livelli scolastici, aiuta ad individuare i cambiamenti che possono incidere sull’andamento del profitto scolastico. È facile riconoscere che questo tipo di indagini, condotte ciclicamente anche a livello internazionale, sono da noi fondamentali per approfondire il fenomeno della dispersione scolastica la cui portata caratterizza negativamente alcune zone del nostro Paese”. Una modalità, concludono dall’Invalsi, per “mettere in atto per tempo misure compensative”.  Con l’unico obiettivo di “garantire davvero un futuro migliore a tutte le nostre ragazze e a tutti i nostri ragazzi”.

 

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Arriva la rivoluzione dei test Invalsi

Test Invalsi

Arriva la rivoluzione dei test Invalsi: più tempo e meno domande

 

Per la terza media si svolgeranno dal 4 al 21 aprile, e non più durante l’esame finale, con la modalità computer-based e non saranno più in contemporanea in tutte le scuole italiane

di SALVO INTRAVAIA

 

IL ministero dell’Istruzione, in una circolare per i test invalsi, ha spiegato tutte le novità introdotte dalla Buona scuola sul quizzone croce e delizia, da quando è stato introdotto, di mezzo milione di studenti. Il Miur ripercorre le modifiche che partiranno proprio quest’anno delineando le misure messe in campo per evitare di mettere in difficoltà i ragazzi alle prese con la novità.

Innanzitutto, “la partecipazione alle prove invalsi – ricordano dal ministero – è requisito di ammissione all’esame”. Senza avere partecipato, a prescindere dalla valutazione, non si potrà accedere agli esami. E, alle prove di Italiano e Matematica, si aggiunge quella di Inglese. Ovviamente, per coloro che fossero costretti ad assentarsi, sono previste una o più sessioni di recupero. Modalità differenziate (eventualmente anche in forma cartacea) per gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento e per quelli affetti da disabilità.

Le prove non si svolgeranno, come avveniva fino allo scorso anno, nello stesso momento ma “secondo calendari specifici per ciascuna istituzione scolastica”. Per la terza media si svolgeranno dal 4 al 21 aprile i test invalsi. I tre quizzoni avranno inoltre il 10 per cento di domande in meno rispetto alle edizioni precedenti (in cui il numero di domande cambiava ogni anno) e verrà concesso più tempo: 15 minuti in più. In altre parole, per risolvere i diversi item gli studenti avranno a disposizione 90 e non più 75 minuti.

Due le motivazioni che hanno spinto l’istituto di via Ippolito Nievo ad “alleggerire” la prova dei test invalsi. Primo: fare “in modo che le alunne e gli alunni abbiano tutto il tempo per rispondere serenamente alle domande. Secondo: la modalità computer-based “consente di mantenere la stessa precisione nella definizione dei risultati con un numero minore di quesiti di un’equivalente prova cartacea”. Mentre i contenuti della prova d’Italiano e di Matematica saranno in perfetta continuità con quelli delle prove degli anni passati, mentre quelli della prova d’Inglese sono in linea con quanto previsto dal Quadro comune europeo di riferimento delle lingue, al livello A1.

Per sbarcare sul web le prove “sono state predisposte – spiegano da viale Trastevere – su una piattaforma online già utilizzata in diversi paesi europei per lo svolgimento di prove analoghe e in alcune importanti ricerche comparative internazionali”. Ma le scuole medie avranno le necessarie attrezzature – computer e collegamenti internet perfettamente funzionanti – per traghettare le prove Invalsi nel terzo millennio? Qualche settimana fa, alcuni presidi lanciarono l’allarme su un possibile caos, paventando il ritorno alle prove cartacee. Ma all’Invalsi sono categorici: “Si fa presente – spiegano – che ciò non sarà possibile dal momento che la modalità di somministrazione “computer based” delle prove è un requisito fissato esplicitamente dalla legge. Pertanto – continuano

dall’istituto nazionale di valutazione – l’Invalsi, pur dichiarandosi disponibile ad ogni tipo di flessibilità circa l’organizzazione pratica delle prove, non potrà attuare modalità di somministrazione diverse da quelle previste dalla legge”.

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