Lo smatphone a scuola

smartphone
Lo smatphone a scuola

Lo smatphone a scuola.

Ministra Fedeli, nel primo giorno di scuola li ha visti tutti quei ragazzi che entrano in classe con Lo smartphone a scuola?
“Li vedo e li frequento, i ragazzi. E so che non si può continuare a separare il loro mondo, quello fuori, dal mondo della scuola”.

Quindi?
“Da venerdì prossimo una commissione ministeriale s’insedierà per costruire le linee guida dell’utilizzo dello smartphone in aula. Entro breve tempo avrò le risposte e le passerò con una circolare agli istituti”.

Cosa ne pensa dello smartphone in mano a un tredicenne?
“È uno strumento che facilita l’apprendimento, una straordinaria opportunità che deve essere governata. Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico”.

Dice che frequenta gli adolescenti, ministra, ma li conosce? Per l’Ocse il 70 per cento dei nostri ragazzi affronterà l’anno scolastico con ansia.
“Ne ho preso atto e sull’adolescenza ho creato uno dei tre gruppi di lavoro interni. Stanno incontrando associazioni e psicologi, ad ottobre organizzeranno una due giorni internazionale dedicata. Gli insegnanti, in classe, devono coinvolgerli e appassionarli. Un ragazzo può sbagliare, ma deve sapere che non è a scuola per essere giudicato, piuttosto aiutato a superare il suo limite. E deve riscoprire, in questo mondo, la qualità delle relazioni umane”.

Di nuovo la ministra buonista. Gli studenti di Terza media possono accedere all’esame «anche se mancano i livelli di approfondimento», dice una delle sue deleghe.
“Lo sa che in Consiglio dei ministri volevano che mettessi per iscritto “vietato bocciare”, vietato per legge. Ho tenuto, sono rigorosa, voglio studenti preparati. Ma c’è chi apprende in tre minuti e chi in una settimana: la scuola deve farsene carico e cercare di portare avanti tutta la classe. L’esame di Terza media sarà più leggero, non più facile”.

Si studia poco il Novecento. Storia, Letteratura. Male e velocemente la cultura del Dopoguerra.
“Nel programma ministeriale c’è tutto il Novecento e ogni docente potrebbe farlo in modo completo. Autori come Grazia Deledda e Giorgio Caproni vanno fatti riemergere. Due giorni dopo che è andato in pensione ho chiamato Luca Serianni, il grande italianista della Sapienza. Gli ho chiesto di aiutarci a vivificare lo studio dell’italiano”.

Come è iniziato l’anno scolastico 2017-2018, ministra?
“Non ho ricevuto una segnalazione negativa. Se i prossimi tre giorni saranno così potrete cancellare la parola “caos” dai vostri titoli sulla scuola. Guardi le carte, mi hanno risposto diciannove direttori degli uffici scolastici regionali su venti: tutte le cattedre sono state assegnate, 720mila insegnanti di ruolo e 85mila supplenti. Sono ancora troppi, ma l’anno scorso erano oltre centomila e in questa stagione saranno certi da settembre a giugno. Ne sono orgogliosa e ringrazio i sindacati che hanno aiutato questo processo”.

Le graduatorie dei precari sono di nuovo piene. Il 15 novembre ci sarà una sentenza decisiva del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. Si può diventare insegnante con un diploma o serve una laurea?
“L’Unione europea ci chiede, a scuola, una laurea. L’esperienza fatta in classe è importante, ma il livello di preparazione è prioritario”.

C’è una data per il concorso dei dirigenti scolastici: in Italia ne manca uno ogni quattro scuole.
“Mi dicono tutti che il regolamento e poi il bando saranno pronti il 15 settembre“.

Sarà un 2018 di nuovi concorsi pubblici.
“Sì, dovremo gestire la fase transitoria. A febbraio il primo, per i docenti abilitati. Poi il concorso sul sostegno e, infine, quello per i neolaureati”.

E’ riuscita a trasformare in legge tutte le deleghe ereditate dalla Buona scuola. E’ rimasta fuori la scrittura di un Testo unico che disciplini con ordine l’ampio argomento.
“Vorrei portare a casa anche la delega sul Testo unico, sto sollecitando il Parlamento”.

Nell’anno che inizia un milione e mezzo di studenti, dalla terza alla quinta superiore, saranno coinvolti nell’Alternanza scuola lavoro? Dove troverete le imprese che li ospiteranno?
“Le troveremo, l’alternanza è un passaggio qualificante e necessario della scuola italiana. Coinvolgeremo le medie imprese e apriremo la possibilità di ospitare gli studenti nei comuni e nelle aziende sanitarie. Potranno comprendere come funziona la pubblica amministrazione, che cosa significa fare servizio”.

Nell’anno scolastico 2017-2018 gli iscritti a scuola sono 59mila in meno, per i prossimi dieci anni l’Istat parla di un prosciugamento di 700mila studenti. Serviranno meno professori? Si dovrà allargare di più alle famiglie straniere?
“La scuola non è occupazione, la scuola è formazione di ragazzi e attorno a questo tutto ruota. Credo, comunque, che nonostante la crisi demografica i docenti non diminuiranno. Crescerà il tempo pieno, crescerà la qualità della scuola. I bambini e i ragazzi stranieri già ci sono nella scuola italiana e continueranno ad arrivare. Dovremo iniziare a occuparci dell’inclusione dei minori senza accompagnamento, che ancora sbarcano in Italia. Sarà il caso di insegnare loro la nostra lingua e poi la nostra Costituzione”.

Il 30 settembre si chiudono le nuove domande per le richieste di avviare licei in quattro anni nella stagione 2019. Quante sono?
“Posso dirle che sui licei brevi abbiamo molte richieste dal Nord”.

Il contratto della scuola e gli scatti d’anzianità per i docenti universitari?
“Entro metà dicembre chiudiamo uno e l’altro, con la Legge di bilancio. Gli insegnanti scolastici dopo sette anni avranno un aumento medio di 85 euro lordi, che potrà salire per chi ha anzianità e ruoli. Nella contrattazione proporremo premi per i docenti che lavorano sul sostegno, oggi ne mancano 9.949, nelle scuole di frontiera, nell’educazione per gli adulti e per la continuità didattica in generale. Il centro della scuola restano gli studenti”.

Soldi per gli scatti d’anzianità, 400 milioni per la ricerca di base. E poi, che altro per l’università?
“Dobbiamo

cambiare il sistema di reclutamento e rivedere le Cattedre Natta, la chiamata diretta di 500 docenti. Le stiamo rivedendo in condivisione con il mondo accademico. Per l’università, però, serve un grande dibattito in tutto il Paese”.

L’ articolo – leggi qui.

stop-1131142_960_720
Fedeli: “La violenza sulle donne problema che riguarda tutti, si deve combattere sin dai banchi di scuola”

Fedeli: “La violenza sulle donne problema che riguarda tutti, si deve combattere sin dai banchi di scuola”

 

“Nuovi terribili fatti di cronaca confermano che la violenza contro le donne, che può condurre fino al femminicidio, non è un fenomeno di natura episodica, né emergenziale. È un problema strutturale. Dobbiamo esserne tutte e tutti consapevoli”. Lo dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli.

“Quattro donne assassinate nelle ultimissime ore – prosegue la Ministra – ci ricordano che il tema che abbiamo davanti è ancora, innanzitutto, un tema culturale, di fronte al quale non si possono allargare le braccia, non si può derubricare il tutto a ‘semplici’ omicidi. Così come quattro ragazzine fatte oggetto di abusi durante il loro stage non sono un episodio di cronaca. Ognuna di queste vicende ci ricorda che abbiamo bisogno di politiche di contrasto e prevenzione della violenza che vadano di pari passo con misure per il raggiungimento della piena eguaglianza tra i sessi e per l’empowerment di donne e bambine. Politiche educative e sociali, dunque.

La parità tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi, donne e uomini non è solo un diritto umano fondamentale, è la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. In questa battaglia il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca intende giocare un ruolo centrale: il sistema educativo deve essere sempre di più un luogo attivo di prevenzione, emersione e contrasto delle violenze”.

Con la “Buona Scuola” abbiamo gettato le basi per condurre questa lotta. La riforma richiama la convenzione di Istanbul del 2013 e assicura, attraverso il Piano triennale dell’offerta formativa, “l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori” su queste tematiche. Stiamo dando forte impulso all’attuazione di questa parte della legge.

A partire dalla formazione delle e dei docenti: la loro preparazione su questi temi è cruciale per intercettare situazioni di sopruso, sopraffazione, per affrontare dinamiche violente che possono generarsi tra ragazzi e ragazze, per contrastare il bullismo, che nelle sue forme omofobiche è alimentato da stereotipi sul maschile e il femminile che hanno una parentela molto stretta con quelli che generano la violenza contro le donne. A questo scopo lo scorso ottobre è stato varato il Piano per la formazione delle e degli insegnanti, finanziato con 325 milioni per il triennio 2016-2019. Tra le priorità ci sono la prevenzione del disagio, che si concretizza anche nello sviluppo di una cultura delle pari opportunità e del rispetto dell’altro, e l’educazione alla cittadinanza, che include la parità di genere.

A gennaio, nell’ambito del Piano in 10 azioni del MIUR per una scuola aperta, inclusiva e innovativa – finanziato con gli 840 milioni del PON per la Scuola –  sono stati stanziati 120 milioni per progetti sulle Competenze di cittadinanza globale, che includono il rispetto delle diversità e la cittadinanza attiva. Nell’ambito del Piano nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo stiamo promuovendo attività di prevenzione di ogni forma di violenza, mettendo a disposizione delle scuole specifiche risorse finanziarie e professionali e favorendo collaborazioni con istituzioni pubbliche, associazioni ed enti del terzo settore, oltre ad aziende dell’ITC e ai gestori dei principali social network.

Avvieremo a breve un tavolo di lavoro, in collaborazione con l’Associazione Editori Italiani, per dare seguito a quanto già sperimentato dal progetto Po.Li.Te (Pari Opportunità nei Libri di Testo): promuovere una riflessione su linguaggio e contenuti dei libri di testo, per la valorizzazione delle tematiche sulle differenze di genere, la valorizzazione del contributo delle donne in tutte le discipline e il superamento degli stereotipi sessisti.

Il MIUR è coinvolto in un gruppo di lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne, con lo scopo di produrre un nuovo Piano nazionale antiviolenza. Nelle prossime settimane cominceranno le attività in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in occasione della quale prevediamo di coinvolgere in un evento ministeriale le scuole che hanno realizzato progetti di rilievo su questi temi. Anche all’interno delle università promuoveremo percorsi di valorizzazione degli studi di genere e di conoscenza del fenomeno della violenza contro le donne per formare le figure professionali coinvolte nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno.

Così intendiamo combattere un fenomeno che, ripeto, non è episodico ma strutturale. E che riguarda non solo le donne ma anche e soprattutto gli uomini. Riguarda, a ben guardare, l’intera società”.

Leggi tutto l’articolo qui

button-892174_960_720
Docenti in cattedra dal primo giorno

Scuola, Fedeli: “Al lavoro per un avvio ordinato del prossimo anno: assunzioni entro il 14 agosto, docenti in cattedra dal primo giorno”

 

Un cronoprogramma serrato per garantire un avvio ordinato del prossimo anno scolastico. Lo ha illustrato oggi la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, nel corso di una conferenza stampa al Ministero spiegando che “il Miur lavora da oltre sei mesi per questo obiettivo. è un impegno preso con la scuola, con le ragazze e i ragazzi, con le loro famiglie – ha sottolineato la Ministra -. Rispetto al 2016/2017 abbiamo operato per concludere ogni attività almeno un mese prima”.

L’avvio di ogni anno scolastico, ha spiegato Fedeli in conferenza, richiede un lavoro “dietro le quinte molto importante del Ministero e delle scuole. Le procedure sono molte: iscrizioni, composizione degli organici, mobilità del personale, assunzioni in ruolo, assegnazioni provvisorie, supplenze. Stiamo lavorando a tutto fin dal primo giorno di insediamento del governo. È stata una scelta precisa affinché studentesse e studenti possano avere le docenti e i docenti in cattedra all’apertura dell’anno e tutto possa partire al meglio, anche le novità previste dai decreti attuativi della Buona Scuola”.

In particolare, durante la conferenza di oggi, è stato ricordato che quest’anno saranno 52.000 i posti disponibili per le assunzioni, compresi i 15.100 in più previsti dalla Legge di Bilancio grazie alla trasformazione di una parte dell’organico di fatto in organico di diritto. Le procedure per le assunzioni, ha assicurato la Ministra, si concluderanno “entro il 14 agosto, con decorrenza dei contratti dal primo settembre. Lo scorso anno si chiusero il 15 settembre”.

Grazie all’intesa siglata con le organizzazioni sindacali il 21 giugno scorso, lavoro d’anticipo anche per le assegnazioni provvisorie che si concluderanno entro il 31 agosto. Per la mobilità, che quest’anno è stata ordinaria e volontaria, buona parte dei risultati sono già stati pubblicati: il 21 luglio usciranno gli ultimi, quelli della scuola secondaria di II grado. Attraverso l’accordo sulla mobilità sottoscritto con i sindacati il 29 dicembre, a due settimane dall’insediamento del Governo, vengono tutelati il diritto delle docenti e dei docenti a spostarsi, ma anche quello delle alunne e degli alunni a formarsi adeguatamente e ad avere garantita la continuità didattica.

Sì alla tutela dei diritti, no agli abusi: questa la linea sui controlli relativi all’utilizzo della legge 104. “Dobbiamo agire a tutela di chi ha veramente bisogno – ha detto la Ministra – per questo oggi scriverò a Inps, Regioni e Ministero della Salute affinché sia aperto un tavolo per controlli e monitoraggi”.

Tempi più rapidi anche per l’assegnazione delle supplenze annuali: verranno effettuate entro la metà di settembre, in corrispondenza dell’inizio delle lezioni, garantendo alle ragazze e ai ragazzi continuità didattica e rispetto del diritto allo studio. L’anno scorso le procedure si conclusero ad ottobre. In più, grazie alle nuove assunzioni, il numero delle supplenti e dei supplenti si ridurrà di almeno 15.000 unità.

“Le nostre giovani e i nostri giovani avranno la possibilità di confrontarsi già dall’avvio del prossimo anno scolastico con le innovazioni introdotte dai decreti attuativi della Buona Scuola, entrati in vigore lo scorso 31 maggio – ha chiuso Fedeli -. Questa settimana va in Conferenza Stato-Regioni la proposta di ripartizione dei fondi per la costruzione di nuovi Poli per l’infanzia 0-6 anni. A settembre avremo la ripartizione del Fondo da 209 milioni per l’ampliamento dei servizi per questo ambito. Alla primaria partiranno i Poli ad orientamento artistico e performativo. Finalmente più pratica e cultura dell’arte e della musica nelle scuole”. Mentre “nella secondaria di I grado cambiano gli Esami: a settembre arriverà la circolare per informare scuole, alunne e alunni, famiglie. Da quest’anno arriva anche la prova di certificazione della lingua inglese a cura dell’INVALSI”. Nella secondaria di II grado, con l’inizio dell’anno scolastico, arrivano “il nuovo portale sull’Alternanza Scuola-Lavoro e la Carta dei diritti e dei doveri in Alternanza”.

Ovviamente, ha chiuso la Ministra, “questo risultato è e sarà possibile solo grazie all’impegno di tutte le componenti della scuola, dirigenti scolastici, personale amministrativo, docenti, funzionari del Ministero e degli Uffici scolastici regionali, che proseguiranno l’intensa attività anche nei mesi estivi. Voglio ringraziarli perché ciascuno, facendo il proprio dovere e dando il proprio contributo, sta mettendo al centro del sistema scuola le necessità e le aspettative di studentesse e studenti”.

Leggi tutto l’articolo qui

 

IMG_20170511_130212
Campagna Iscrizioni

Campagna Iscrizioni A.S. 2017/2018

Il Centro studi G. Parini offre la possibilità di recuperare anni scolastici, programmazioni ed orari mirati in base alle singole esigenze.

Centro Studi G.Parini

Dal 1 Maggio sono aperte le iscrizioni al nuovo anno scolastico 2017/2018 : Licei, Ragioneria, Geometri ecc…

Sconti particolari a chi effettua l’iscrizione entro e non oltre il 30 Giugno 2017.

Il Centro Studi resterà aperto in estate per corsi estivi, ripetizioni private, aiuto compiti vacanze e test di ingresso.

Per informazioni rivolgersi al Centro Studi dal lunedi al venerdi dalle 9-12 telefonando ai numeri 324/6969699 e 0521/573963 e al pomeriggio telefonando al numero 324/6969699 .

student-2052868_960_720
Aggiornamento graduatorie di istituto 2017

Aggiornamento graduatorie di istituto 2017 personale docente ed educativo

È stato approvato il Decreto Ministeriale n. 374 dell’1 giugno 2017. di aggiornamento graduatorie di istituto 2017 della II e la III fascia delle graduatorie di circolo e di istituto del personale docente ed educativo con validità per gli anni scolastici 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020.
Per le domande c’è tempo fino al 24 giugno 2017  e si possono utlizzare i modelli  A/1, A/2 e A/2bis.

Per la scelta delle sedi sarà disponibile tramite POLIS il modello B dal 1 al 20 luglio 2017.

La I fascia delle graduatorie di cui al presente decreto è aggiornata a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020, in attuazione di quanto disposto dall’art. 1, comma 10 bis del Decreto Legge 30 dicembre 2015 n. 210, convertito in Legge 25 febbraio 2016 n. 21.

MODELLO A1
Riservato a chi chiede l’inclusione in graduatorie di II fascia per gli insegnamenti per cui è in possesso della relativa abilitazione o idoneità, ai sensi dell’art.2 del decreto.

MODELLO A2
Riservato all’aspirante che chiede l’inclusione nelle graduatorie di III fascia per gli insegnamenti per cui è in possesso del relativo titolo di studio secondo le indicazioni di cui all’ art. 2 del decreto, esclusivamente per uno dei seguenti casi:

  • aspiranti che chiedono l’inclusione in terza fascia soltanto per insegnamenti in cui non figuravano nelle precedenti graduatorie di circolo e di istituto del triennio scolastico 2014/2017;
  • aspiranti che chiedono l’inclusione in terza fascia soltanto per insegnamenti in cui già figuravano nelle precedenti graduatorie di circolo e di istituto del triennio scolastico 2014/2017.

MODELLO A2 bis
Riservato all’aspirante che chiede l’inclusione in terza fascia sia per gli insegnamenti per cui è già iscritto in graduatorie di terza fascia del precedente triennio scolastico 2014/17, che per nuovi insegnamenti.

MODELLO B
È il modello per la scelta delle sedi che sarà disponibile nella sezione dedicata “Istanze on line – presentazione delle Istanze via web – Inserimento mod. B”, conformemente al codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, nei termini indicati.

Per scaricare le domande clicca qui

 

study-2053811_960_720
Fedeli: “Scuole aperte anche in estate”

 Fedeli: “Scuole aperte anche in estate”

 

 

Fedeli “Scuole aperte anche in estate”, per venire incontro ai genitori. È l’obiettivo del piano che sta mettendo a punto la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Un obiettivo ambizioso ma su cui la ministra punta molto e su cui i tecnici del ministero stanno già lavorando.

La richiesta delle famiglie

Centinaia di genitori hanno scritto al ministro per chiederle aiuto. La ministra ha letto e ha deciso di sostenere le richieste ” scuole aperte anche d’estate”. Una prima bozza del piano potrebbe essere pronta dopo l’estate in modo da essere annunciata ufficialmente all’inizio del prossimo anno scolastico. E tra le associazioni di genitori si inizia a parlare della disponibilità della ministra e a raccogliere le adesioni per un futuro incontro.

 

Formazione o assistenza?

Qualcosa insomma si sta muovendo. Nessuno è in grado di dire se Valeria Fedeli  riuscirà dove in tanti hanno fallito in passato ma la disponibilità e la voglia di farcela da parte sua c’è tutta. Il problema principale lungo la sua strada sarà superare gli ostacoli dei professori. Pino Turi, segretario generale della Uil scuola: «Per noi quello che conta è tenere ben distinta l’assistenza dalla scuola vera e propria. Sono due funzioni distinte. Dal mio punto di vista le scuole aperte non è un servizio assistenziale e sociale ma una funzione dello Stato molto precisa che attiene alla formazione degli studenti. La scuola forma i bambini, non li assiste. Se questo è il significato, pensare di tenere le scuole aperte tutto l’anno è una stupidaggine».

 

Un problema antico

Il problema però esiste, e non da quest’anno. Una direttiva del 1997 prevede che le scuole restino aperte. Quasi dieci anni fa Francesco Rutelli, allora ministro dei Beni Culturali, provò ad affrontare la questione da un’ottica diversa, proponendo una diversa distribuzione delle vacanze. Il tema è stato poi sollevato anche da Mario Monti che, da premier, abbozzò una riforma del calendario scolastico. L’ultimo a provarci è stato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Senza troppo successo, anche quest’anno le scuole sono chiuse, tranne in alcuni casi dove sono in corso progetti specifici.

 

«Eppure gli strumenti ci sono, la direttiva del 1997 è chiara. Ma, come spesso accade in Italia – spiega Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi – quel provvedimento fu una delle solite grandi dichiarazioni di intenti e professioni di fede rimaste senza contenuti. I bidelli lavorano in estate, gli addetti alla segreteria e i presidi anche. Per garantire una vera assistenza agli studenti sarebbe necessario rimodulare l’orario di servizio (scuole aperte) degli insegnanti e prevedere un impiego dei giovani precari. Da questo dipende la possibilità di riempire di contenuti le scuole che già comunque sono aperte».

 

Le paure dei genitori

I contenuti sono anche la preoccupazione dei genitori. «Non vogliamo che le scuole diventino un parcheggio», spiega Rosaria Danna, presidente dell’Age, associazione italiana genitori. Il timore è anche un altro, secondo Angela Nava Mabretti, presidente del Coordinamento Genitori Democratici: «Se le scuole restano aperte e a farsene carico sono le associazioni in convenzione come già avviene in molti casi, il rischio è che tutto questo ci porti in una giungla. È necessario che si stabiliscano delle regole su chi e come può occuparsi degli studenti. Ci devono essere linee guida chiare per evitare che si creino spiacevoli incidenti».

 

Leggi tutto l’articolo qui

studying-951818_960_720
Linee guida maturità alunni diversamente abili

Esame di Stato per alunni disabili: le prove scritte devo essere equipollenti.

Criteri conduzione colloquio. La guida

 

Le prove d’esame per i candidati con disabilità devono essere predisposte secondo le disposizioni previste nel DPR n.323 del 23 luglio 1998, come chiaramente citato nell’art.22 dell’OM n.257/2017.

In base all’art.6 del citato DPR la commissione d’esame, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, relativa alle attività svolte, alle valutazioni effettuate e all’assistenza prevista per l’autonomia e la comunicazione, predispone per i candidati con disabilità prove equipollenti a quelle assegnate agli altri candidati.

Le prove equipollenti, in coerenza con il PEI, possono consistere nell’utilizzo di mezzi tecnici o modalità diverse, ovvero nello sviluppo di contenuti culturali e professionali differenti, ma comunque atti a consentire la verifica degli obiettivi di apprendimento previsti dallo specifico indirizzo di studi, al fine del rilascio del relativo diploma.

Per la predisposizione delle prove d’esame e nel corso del loro svolgimento, la commissione d’esame può avvalersi di personale esperto; a tal fine la stessa si avvale, se necessario, dei medesimi operatori che hanno seguito l’alunno durante l’anno scolastico.

Il docente di sostegno e le eventuali altre figure a supporto dell’alunno con disabilità vengono nominati dal Presidente della commissione sulla base delle indicazioni del documento del consiglio di classe, acquisito il parere della commissione.

Per i candidati non vedenti, i testi della prima e della seconda prova scritta, se le scuole lo richiedono, sono trasmessi dal Ministero anche in codice Braille.

Per i candidati che non conoscono il codice Braille è possibile richiedere ulteriori formati (audio e/o testo), autorizzando anche la utilizzazione di altri ausili idonei, abitualmente in uso nel corso dell’attività scolastica ordinaria.

Per i candidati ipovedenti i testi della prima e della seconda prova scritta sono trasmessi in conformità alle richieste delle singole scuole le quali indicano su apposita funzione SIDI tipologia, dimensione del carattere e impostazione interlinea.

Per tutte le prove in formato speciale, come chiarisce l’art.22 comma 7 dell’OM n.257/2017, le scuole dovranno dare comunicazione anche alla Struttura Tecnica Esami di Stato via mail all’indirizzo seguente: segr.servizioisp@istruzione.it

Il tempo a disposizione per le prove scritte e il tempo da dedicare al colloquio d’esame, per i candidati con disabilità, deve rispettare quanto prevede il comma 8 del succitato art.22, in sintonia con l’art.6 del DPR n.323/1998

E’ possibile, quindi, prevedere tempi più lunghi nell’effettuazione delle prove scritte, anche in modalità grafica o scrittografica, compositivo/esecutiva musicale e coreutica, e del colloquio, come previsti dall’art.16 comma 3 della legge n. 104/1992, purché questo non comporti un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. In casi eccezionali, la commissione, tenuto conto della gravità della disabilità, della relazione del consiglio di classe, delle modalità di svolgimento delle prove durante l’anno scolastico, può deliberare lo svolgimento di prove equipollenti in un numero maggiore di giorni.

Per quanto concerne lo svolgimento dell’esame di Stato, la sua valutazione e il titolo conseguito, è possibile differenziare i candidati con disabilità che hanno seguito una programmazione per obiettivi minimi, dai candidati con disabilità che hanno seguito una programmazione differenziata.

Nel primo caso, come precedentemente indicato la programmazione seguita come previsto nel P.E.I., conforme alle Linee guida e alle Indicazioni nazionali, consente ai candidati di sostenere l’esame anche mediante prove equipollenti e tempi più lunghi e determina l’acquisizione del titolo di studio (diploma conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore)

Nel secondo caso, i candidati che hanno seguito un percorso didattico differenziato, sempre in base al P.E.I., e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale Piano possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio di un attestato dove devono essere inseriti tutti gli elementi informativi indicati nel DPR n. 323/1998.

Nell’art.13 del succitato DPR si stabilisce, infatti, quanto segue: “Qualora l’alunno in situazione di handicap ha svolto un percorso didattico differenziato e non abbia conseguito il diploma attestante il superamento dell’esame, riceve un attestato recante gli elementi informativi di cui al comma 1”

Gli elementi informativi ai quali si fa riferimento e che devono essere indicati nell’attestato, sono i seguenti:

  • l’indirizzo e la durata del corso di studi
  • la votazione complessiva ottenuta
  • le materie di insegnamento ricomprese nel curricolo degli studi con l’indicazione della durata oraria complessiva destinata a ciascuna
  • le competenze, le conoscenze e le capacità anche professionali acquisite in relazione alla programmazione seguita
  • i crediti formativi eventualmente documentati in sede d’esame.

Questi candidati sostengono l’esame con prove scritte differenziate i cui testi sono elaborati dalle commissioni sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe.

I suddetti alunni, qualora non svolgano una o più prove scritte, sono ammessi alla prova orale, con l’indicazione sul tabellone esclusivamente dei risultati delle prove scritte effettivamente sostenute, rapportati in quarantacinquesimi. Il punteggio complessivo delle prove scritte risulterà a verbale e potrà essere calcolato in automatico con l’utilizzo dell’applicativo “Commissione web” o, in alternativa, determinato proporzionalmente.

Per tutti i candidati con disabilità, il riferimento all’effettuazione delle prove equipollenti o differenziate deve essere indicato solo nell’attestazione di cui all’articolo 13 del D.P.R. n. 323/1998 e non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto.

Leggi tutto l’articolo qui

teacher-158711_960_720
I voti e le bocciature fanno male

I voti e le bocciature fanno male agli studenti e alla scuola ?

Alla fine i voti sono rimasti anche nella scuola primaria e media. Ministra e governo hanno avuto paura di andare contro l’opinione prevalente degli insegnanti, già abbondantemente irritati per alcune pessime conseguenze della legge della buona scuola, e contro diversi opinionisti di peso, che vedono nei voti e nelle bocciature i simboli di una scuola seria e rigorosa.

Insegno nella scuola elementare da 38 anni e continuo a domandarmi come sia concepibile affibbiare a un bambino un voto in geografia, italiano o matematica nei primi anni di scuola. A chi stiamo dando quel voto? Al grado di istruzione della sua famiglia? Al grado di ascolto che hanno avuto le sue prime parole a casa? Alle esperienze che ha avuto la fortuna di fare? Al destino che ha fatto giungere proprio qui la sua famiglia da campagne analfabete o dalle periferie di qualche megalopoli africana o asiatica?

Sono convinto che quei voti non abbiano alcuna giustificazione e non contengano alcun valore pedagogico. Eppure un peso ce l’hanno, eccome! È a partire da quei primi voti, attesi da casa con sempre maggiore trepidazione, che la bambina o il bambino comincerà a scivolare e collocarsi, come la pallina di una roulette, dentro alla casella data da una classifica arbitraria di presunti meriti, che aumenteranno o avviliranno grandemente la sua fiducia in se stesso.

Leggi tutto l’articolo qui

 

read-2007117_960_720
5 consigli per non farsi bocciare

La fine dell’anno è ormai alle porte, ma non è ancora arrivato il momento di andare nel panico. Se sei sul sottile confine della sufficienza, infatti, hai ancora tempo per rimediare ed evitare la bocciatura. Per questo motivo, ti saranno utilissimi i 5 consigli per non essere bocciati.

1. Fai attenzione a non essere bocciato per le assenze

Può sembrare un punto banale ma in realtà non lo è affatto. Anzi, è una delle prime cose a cui badare per non essere bocciati. Seconda la normativa vigente, se si è assenti per più di un quarto delle ore di lezione che vengono svolte durante l’anno, si viene automaticamente bocciati. Per capire quante assenze fare per non essere bocciati, basta consultare il POF della vostra scuola e vedere quante sono le ore di lezione totali che vengono svolte in un anno. In media, un quarto delle ore totali, corrisponde a circa 50 giorni di assenza. Quindi, se ti manca poco per superare questa cifra state molto attenti: sei ancora in tempo per evitare di essere bocciati!

2. Tieni sempre una buona condotta

Per non essere bocciati, bisogna avere almeno 6 in condotta. Al di sotto della sufficienza si viene automaticamente bocciati, anche se si hanno dei voti altissimi in tutte le materie. Ad ogni modo, va detto che si dà un 5 in condotta solo se uno studente ha commesso atti estremamente gravi. Per esempio, se hai tentato di bucare le ruote dell’auto del tuo prof, potresti essere a rischio bocciatura a causa della tua condotta. In caso contrario, puoi stare tranquilli.

3. Ottieni la sufficienza in tutte le materie

Cercare di avere la media del 6 in tutte le materie è fondamentale. Nel caso in cui, però, dovessi arrivare alla fine dell’anno con una o due insufficienze, non dovresti essere bocciato. In questo caso, infatti, il consiglio di classe decide quasi sempre di assegnare dei debiti formativi. Tuttavia, ti consigliamo di fare un piccolo sforzo perché, anche se non dovessi essere bocciato, dovrai comunque recuperare i debiti formativi prima dell’inizio dell’anno scolastico: se non ci riesci, non potrai evitare la bocciatura. Quindi, ti ritroveresti a dover studiare tutta l’estate mentre i tuoi amici saranno in vacanza.

4. Non fare arrabbiare i prof

Avere un buon rapporto con i prof è indispensabile, anche se ti sono antipatici. Quindi, se hai la sensazione di non essere troppo simpatico a qualche vostro insegnante, la cosa peggiore che puoi fare è rispondergli male o, addirittura, smettere di studiare per la sua materia. Altrimenti, agli scrutini finali, farà di tutto per farti bocciare anche con poche insufficienze. Piuttosto, anche se è difficile, cerca di rimediare. In che modo? Cercando di farti trovare sempre pronto alle interrogazioni, andando volontario, facendo domande a lezione. Insomma, comportandoti da “studente modello”, almeno per questi mesi di fine anno. In questo modo, potrai evitare la bocciatura e la seccatura di essere sempre la “vittima preferita” dei vostri prof.

5. Saper chiedere aiuto

Tuttavia, se hai sempre avuto insufficienze e la tua pagella di metà anno assomigliava ad una schedina, ci rendiamo conto quanto sia difficile recuperare un anno intero di studio arretrato in pochi mesi. Il piano di emergenza in questo caso è renderti conto di ciò che puoi riuscire a fare da solo, e ciò per cui invece hai bisogno di aiuto. I tuoi compagni di classe più bravi possono darti una mano per non rischiare la bocciatura. Potresti, infatti, farti passare i loro appunti, farti spiegare gli argomenti che non ti sono chiari oppure studiare insieme a loro. In questo modo, potresti “sbloccarti” e riuscire a recuperare le insufficienze. E poi, chissà che da tutto questo non possa anche nascere una bella amicizia con un tuo compagno di classe.

Leggi tutto l’articolo qui
stress da esami
Stress da esami ?

Il secondo semestre sta finendo e con il pensiero siete già al tour de force a cui vi costringerà l’incombente sessione estiva.Questo vi procura non pochi mal di pancia, un po’ di insonnia ed anche un certo bisogno di mangiare ad ogni ora del giorno. Lo stress è arrivato e voi siete le sue vittime. Ma come ridurlo in maniera da affrontare con più tranquillità lo studio in vista degli esami?

EUSTRESS E DISTRESS – Lo stress altro non è che una sindrome in risposta ad una serie di eventi che mettono sotto pressione, come appunto possono essere gli esami. Può essere positivo o negativo. Nel primo caso ci troviamo di fronte all’Eustress, ossia a quello stress che convogliamo in energie produttive che, carichi di adrenalina, ci permettono di lavorare, studiare e svolgere tutte quelle attività che facciamo quotidianamente. In pratica, questo tipo di stress è indispensabile alla vita. Nel secondo caso, invece, ci troviamo di fronte al Distress, lo stress cattivo che ci fa sentire continuamente sotto pressione causandoci malesseri emotivi e fisici.

 

DISTRESS, COME RIDURLO? – A questo punto diventa lampante che dovete fare in modo che tutto il vostro stress diventi Eustress. Ma come? Semplice, attuando tutta una serie di comportamenti atti a ridurre il Distress e a farvi vivere serenamente il periodo di studio che vi separa dagli esami. Prima di tutto dovete:

  1. Evitare di fare accumulare lo studio negli ultimi giorni che vi separano dalla data dell’esame: organizzatevi, create una piccola tabella di marcia ed iniziate a studiare già da ora sui vostri appunti;
  2. Fate delle pause: aiutano la mente a non affaticarsi troppo e ad ossigenarsi. Stare tutto il giorno chini sui libri non giova alla vostra salute, quindi spezzate i momenti di studio e, perché no, concedetevi una breve vacanza per recuperare le energie tra la fine del semestre e l’inizio della sessione estiva. Per esempio, potreste partire per una gita di un giorno se non addirittura per un week-end e recuperare le forze al mare, in una città d’arte, tra i boschi o in un agriturismo. Tornerete a studiare meno stressati e più forti di prima;
  3. Alternate i momenti di studio individuale a quello in compagnia: ripetere le nozioni e gli argomenti studiati insieme ai propri amici di corso rende lo studio meno pesante e più semplice. Inoltre, condividere la vostra “pena” con i vostri compagni di sorte vi aiuterà ad allentare la tensione tipica dello stress;

 

  1. Mangiare, ma correttamente: lo stress spesso ci porta a cercare qualcosa da sgranocchiare in diverse ore del giorno e, spesso, anche della notte. Questo non fa bene né alla nostra alimentazione, né alla nostra forma fisica. Se proprio non riuscite a frenare il bisogno di aver qualcosa da masticare, almeno mangiate tutti quei cibi utili a ridurre lo stress: pesci grassi, salmone, verdure a foglia verde scuro, manzo, legumi e cereali integrali sono i cosiddetti “cibi del buonumore”;
  2. Fate attività sportiva: una corsa al parco, una passeggiata o un pomeriggio in palestra aiutano il corpo a scaricare la tensione;
  3. Evitate alimenti stimolanti: dite no al troppo caffè, al the e alle sigarette che, se usati in eccesso, non fanno altro che aumentare il vostro livello di stress negativo.

 

Leggi tutto l’articolo qui