TAMBULELLO!

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TAMBULELLO!

TAMBULELLO! La nuova idea in casa Parini, dedicata ai più bambini più piccoli!

Come si fa a crescere a ritmo di musica? Con Tambulello, il ciclo di incontri promossi dal Centro Studi Parini: un corso di espressione musicale con percussioni per bambini dai 3 ai 6 anni!

Perché proprio le percussioni?

Perché le percussioni, intese come scuotere, battere, muoversi, sono uno strumento che accentua il carattere vibrazionale e ritmico della musica che i bambini sanno gestire in modo spontaneo e diretto e per questo possono mettere in gioco la propria personalità in crescita.

Le percussioni sono uno strumento primitivo e immediato, forse il primo strumento musicale utilizzato dall’uomo, fa parte proprio del nostro DNA.

Inoltre il percorso va a riprendere il rapporto che il bambino ha avuto per nove mesi con la mamma, durante la gravidanza sente suoni e rumori che sono per lo più percussori: il sangue, il battito del cuore, i rumori dell’intestino. Questi si possono considerare i primi cardini della comunicazione tra mamma e bambino e questo percorso mira a mettere in connessione quel mondo interno con quello esterno in cui il bambino cresce e forma la propria emotività.

Come si svolgono gli incontri?

I bambini usano le percussioni ognuno a modo proprio, come sanno fare individualmente, ma c’è un operatore, Claudio Miele che naturalmente conduce l’incontro e crea la situazione per cui i bambini usino le percussioni. Richiediamo che i bambini siano accompagnati non solo per una questione di sicurezza ma anche per i fini stessi del percorso educativo, perché in questo modo i genitori anche se non partecipano attivamente sono comunque coinvolti e si crea un punto di contatto diverso da quello gestito quotidianamente.

Parliamo di mamma e papà ma possono essere anche zie, sorelle, cugini, nonni, baby sitter, però la presenza dell’adulto è fondamentale ai fini dello sviluppo e della crescita emotiva, sensazionale e percettiva che viene messa in campo durante il percorso.

La sala è attrezzata e l’operatore accoglie i bambini e gli fornisce materiali che spesso non sono veri e propri strumenti ma oggetti presi dalla quotidianità che il bambino riconosce facilmente, per esempio biberon, scatole riempite di  bottoni o anche il proprio corpo, e che per questo usa anche con maggiore dimestichezza. Abbiamo previsto un solo incontro a settimana perché lavorare con le percussioni muove molta energia che deve sedimentare e devono poi metabolizzare.

Perché la musica?

Perché è un mezzo che permette di entrare in contatto con le cose e le persone senza mediazioni, la musica che si genera è solo ed
esclusivamente quella prodotta dal singolo e poi dal gruppo e la
situazione è del tutto informale.

Bisogna avere un caos dentro di sé
per generare una stella danzante
(Nietzsche)

Una situazione del genere può apparire caotica ma è finalizzata a liberare e vivere le emozioni in maniera libera, assoluta e sana, cosa fondamentale per la crescita serena dei più piccoli.

Alcune volte canalizzare le energie e l’emotività in attività come queste serve anche a “tranquillizzare” i bambini, anziché un dispendio frammentario di energie e attenzione, le si usano per qualcosa di propedeutico alla crescita.

L’obiettivo è quello di favorire una crescita serena, imparando a esprimere le proprie emozioni in maniera libera e sana ma divertendosi.

Da dove è nata l’idea?

L’idea nasce da conoscenze e teorie di musicoterapia che prevedono di imparare fin da piccoli a convivere con le emozioni più profonde,
vivendole senza irrigidirsi.

E questa fascia di età, prima che inizino la scuola elementare, è quella più indicata perché il bambino è ancora molto libero e un’attività di questo genere predispone, appunto, il bambino a una buona crescita.

Inoltre il Centro Studi Parini, nato a Parma due anni fa da un gruppo di insegnanti, lavora con i ragazzi, e a volte anche adulti, che per le ragioni più svariata, sono rimasti indietro nel percorso scolastico, svolgendo attività di recupero. Molte volte ci siamo accorti che i problemi che stanno dietro una bocciatura o la perdita e l’abbandono della scuola sono anche legati a difficoltà emotive e caratteriali, spesso il lavoro che ci vuole non è solo didattico e scolastico ma anche psicologico e allora ci siamo detti: perché non cercare di intervenire a monte dei problemi, quando i bambini sono piccoli e in crescita e contribuire a creare adulti sereni e completi? Il nostro percorso, ovviamente, non è l’unico strumento possibile ma può essere un inizio. Imparare a esprimersi, e facendolo divertendosi, vuol dire comunque imparare.

E il nome del percorso? Tambulello?

La parole naturalmente è “tamburello” ma l’abbiamo volutamente lasciata come la pronuncerebbe un bambino di tre anni prima di iniziare a parlare e scrivere in maniera corretta!!

 

 

A tal proposito, PARMAKIDS (www.parmakids.it) il quale ringraziamo calorosamente, ha avuto l’occasione di intervistare il nostro Presidente!

 

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